Cosa penso e cosa vedo

PERCHÉ NON VOGLIAMO IL NUCLEARE

Il nucleare non garantisce l’indipendenza energetica

L’uranio, risorsa non rinnovabile, è una fonte limitata che finirà prima del petrolio. Poiché in Italia,
di fatto, non c’è disponibilità di uranio utilizzabile, restiamo dipendenti dall’estero per il suo
approvvigionamento.
Le centrali nucleari programmate dal governo produrrebbero solo una modestissima percentuale
dell’energia elettrica necessaria. Per quella restante (per il trasporto e il riscaldamento, ad esempio)
dovremmo dunque continuare ad usare prevalentemente i combustibili fossili.

La centrale nucleare è pericolosa

Three Mile Island (1979), Chernobyl (1986) e Fukushima (2011), per ricordare solo i disastri più
noti, ci hanno insegnato che gli incidenti, dall’errore umano al terremoto al dissesto geologico
all’atto terroristico, sono sempre in agguato e le loro conseguenze gravissime e in grado di
ipotecare il futuro.
Anche in caso di normale funzionamento dei reattori, vivere nelle vicinanze di una centrale espone
a rischi sanitari, rappresentati da documentato incremento di tumori e di leucemie, soprattutto
infantili.

Le scorie: un problema non risolto

Non si sa ancora come e dove conservare le scorie, problema ancora più drammatico in un territorio
geologicamente critico come quello italiano. Nessun paese al mondo ha trovato una soluzione
definitiva, sufficientemente sicura per lo smaltimento delle scorie radioattive il cui tempo di
decadimento (cioè il tempo necessario per renderle inerti e non nocive) varia da centinaia a
centinaia di migliaia di anni. Le centrali di nuova generazione generano anche Kg di ossidi misti di
plutonio: un solo microgrammo è letale per l’uomo.
L’Italia, cronicamente, ha una cattiva gestione della sicurezza e un’incapacità organizzativa
persino nello smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Vogliamo che le ecomafie gestiscano, al loro
modo, anche le scorie radioattive?!

Il nucleare è molto costoso

E’ costoso per tutti i cittadini e fonte di profitto per i pochi privati che costruiscono le centrali.
Il kwh da nucleare può talora essere spacciato per “poco costoso” perché lo Stato incentiva i
pochi privati facendosi carico dei costi della sicurezza, della gestione delle scorie e del futuro
smantellamento delle centrali, ma questi costi vengono poi pagati con le tasse e le bollette
energetiche del singolo cittadino.
Recenti studi segnalano che, quando saranno pronte le centrali, in Italia l’elettricità prodotta
col nucleare costerà di più di quella prodotta dalle centrali tradizionali fossili. Ciò anche senza
considerare l’ulteriore dato che il prezzo dell’uranio è in continua ascesa: dal 2000 al 2007 è
cresciuto di ben 6 volte.
Il costo ambientale non è stimabile: i costi di desertificazione, come è avvenuto in Giappone per un
area di 30 Km, in Italia così fortemente antropizzata e ricca di storia non è valutabile. Non è dunque
solo una questione di ecologia (comunque fondamentale), ma anche di convenienza economica a
breve e a lungo termine.

Il nucleare sottrae risorse alle rinnovabili e riduce i posti di lavoro

I soldi che lo Stato investirà nel nucleare saranno sottratti alle energie rinnovabili, alla ricerca e
all’innovazione nel campo dell’efficienza energetica.
Per quanto riguarda l’occupazione, la costruzione di una centrale nucleare impegna circa
3000 addetti che nella fase di gestione scendono a 300. In Germania, nel settore delle energie
rinnovabili, in 10 anni si sono creati 250.000 posti di lavoro, tra diretto e indotto.

QUALI ALTERNATIVE?

PERCHÉ NON VOGLIAMO IL NUCLEAREultima modifica: 2011-05-20T21:29:07+02:00da
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