Sulla vittoria sconfitta del presidio ospedaliero di Agropoli

Nel leggere i comunicati odierni emessi da vari soggetti politici e non, sulla sorte del P.O. cittadino mi rendo conto di quanta ipocrisia è contenuta  all’interno dei comunicati stessi. Voglio fare riferimento a due massime popolari: La prima “tre nummeri nun anduvine” e la seconda “gli asini litigano ed i barili si rompono”.

Con la prima faccio riferimento a quanto ho già detto nei miei precedenti commenti sulla situazione ospedaliera. In particolare quando ho visto il faccia a faccia televisivo trasmesso da una rete locale ho rivisto, in Squillante, il precedente manager Donato Saracino ed in particolare ho rivissuto il primo impatto avuto con lo stesso quando venne a conoscere l’ospedale di Agropoli. La sua prima affermazione fu di disgusto verso una struttura che con posti letto limitati era improduttiva ed andava eliminata. Con una sigaretta in bocca, si avvicinò all’ingresso, buttò la sigaretta accesa fuori l’atrio del presidio ed entrò con fare molto spavaldo. L’ospedale di Agropoli non ebbe mai alcunché da quel manager al quale “LA POLITICA” regionale, che lo aveva collocato in quel ruolo, aveva dato il compito di ridurre l’ossigeno al minino vitale e per avere la certezza  che fosse portato avanti il compito affidatogli,nel giro di poche ore fu sostituito il Direttore sanitario di ASL  con altro, latore di volontà ed interessi specifici.

Il percorso che ha portato il presidio al suo ultimo respiro è noto a tutti. Oggi, il cambiamento della politica provinciale e regionale dal centro sinistra al centro destra , ha determinato l’accaparramento, da parte dei vincitori, di tutti i poteri istituzionali provinciali, regionali e, dove possibile, anche locali, in molti casi con arroganza, prevaricazione ed una forte dose di incompetenza. Quindi vedere e sentire Squillante mi ha fatto rivivere, con somma preoccupazione e molta perplessità l’attimo vissuto con Saracino. Identico personaggio, identico linguaggio, identica determinazione, diverso colore politico. Non so se aggiungere, senza voler offendere, identica capacità e competenza? Nonostante i proclami enunciati da vari megafoni ho sempre avuto la sensazione e la contezza che il risultato ultimo sarebbe stato la chiusura del presidio consapevole dell’alto costo sostenuto dalla comunità per tenerlo in essere, dalla limitata capacità assistenziale, dalla mancanza cronica e da lunga data, di personale effettivo, dalla insussistenza del ruolo che avrebbe dovuto svolgere, nel contesto di tutto il sistema sanitario territoriale e regionale. Dalla mancanza  del pieno e costante sostegno di una classe politica locale concretamente interessata alla sorte del presidio, al suo ruolo forte e chiaro sul territorio, alla sua possibilità di sviluppo economico e sociale nel volano dell’investimento produttivo territoriale.

 L’immagine di facciata nel momento dell’ipotetico bisogno!

Sul secondo proverbio su citato mi viene da considerare il contesto politico provinciale e regionale. Quello nazionale si contrappone a quello locale in maniera eclatante a significare il modo di essere di una comunità. Una comunità interessata e indirizzata al rapporto clientelare, intimorita dal potere politico locale, irrispettosa  dell’interesse collettivo regolamentato  dalla legge, soggiogata ed incline al favore di bottega scambiato con l’espressione di voto, libera di indirizzare la politica nazionale, condizionata solo dalle illusioni sbandierate dai mass media. Con le elezioni provinciali, regionali e, molto verosimilmente, nazionali  quasi alle porte si scatenano gli interessi più biechi in tutte le direzioni ed il matematico cinismo calcolato  della politica si sostituisce prepotentemente  al bene ed all’interesse della collettività.

Ognuno cerca di emergere se non di prevaricare con forza sull’altro usando quante più armi possibili per convincere il cittadino, per aumentare il consenso, per accaparrare il potere. Nella vicenda del nostro povero ospedale si contrappongono due entità e fazioni nelle fazioni. Da un lato il PD con le sue componenti regionali che, a mia opinione, cercano di recuperare quanto perduto senza allargare il tavolo dei conviviali ritenuti fastidiosi, prevaricatori, arroganti. Dall’altro lato il PDL che deve fare i conti con i nascenti Fratelli d’Italia che cercano di aumentare i loro potere e la loro presenza sul territorio sia sottraendo consensi agli avversari che al primitivo gruppo di appartenenza. Per questo ogni elemento di maggiore visibilità offerto dalla società e dal bisogno collettivo è miele per le api.

 Indipendentemente dalla sorte a cui l’ospedale sarà destinato, oggi tutti cercano di accaparrarsi i meriti, le lusinghe e condizionare il destino dell’intera comunità al prossimo imminente divenire politico certi dei limiti della intelligenza umana . Gli uomini e i gruppi politici si contrappongono con veemenza  utilizzando forme di specchietti per le allodole che accecheranno ancora una volta i cittadini elettori che, ancora una volta, rimarranno accecati e beffeggiati.

Non ho soluzioni da indicare, da suggerire. Ognuno di noi deve essere consapevole del suo status e avere più dignità ed orgoglio per avere una società più sana e libera nel diritto ma principalmente nel dovere.     

Sulla vittoria sconfitta del presidio ospedaliero di Agropoliultima modifica: 2013-06-18T12:30:55+02:00da argo0609
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